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La fiaba di Robin Hood — Mondo Bimbo
18 aprile 2024

La fiaba di Robin Hood

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Canta, Cantagallo! Suona la tua chitarra e racconta la storia di
Robin Hood e Little John, gli eroi della foresta di Sherwood. Una storia che cominciò tanto tempo fa, in Inghilterra… quando re Riccardo Cuor di Leone partì per la guerra e suo fratello, lo sleale principe Giovanni, prese il suo posto.

Quelli erano tempi molto duri. Giovanni, infatti, amava più di ogni cosa il denaro e, per arricchirsi, faceva pagare al suo popolo tasse, tasse, e ancora tasse! Mentre si stava dirigendo a Nottingham per incassare altro denaro, ebbe la cattiva idea di passare per Sherwood, la foresta dove viveva Robin Hood.

Come si divertiva Giovanni nella carrozza, mentre faceva tintinnare i suoi adorati soldi! “Ruba al povero per sfamare il ricco,” spiegava il principe soddisfatto a Sir Biss, il suo fedele consigliere.

Ma c’era qualcuno che non era d’accordo con il principe: Robin Hood, infatti, preferiva rubare al ricco per sfamare i poveri. E il ricco principe Giovanni stava passando proprio sotto il suo naso.

Un’occasione…d’oro! Così Robin e Little John, travestiti da indovine, fecero capolino al bordo della strada. “Previsioni del
futuro!” gridò Little John alzando la sfera di cristallo. “Delle indovine…divertente!” esclamò Giovanni facendo fermare la carrozza.

Anche se il consigliere gli aveva detto di non fidarsi, il principe
lasciò che Robin e Little John gli baciassero le mani… e i due
ne approffittarono per rubare la pietre preziose dai suoi anelli! Sir Biss se n’era accorto, ma Giovanni come al solito non gli diede retta.

Poi, senza attirare l’attenzione dei soldati, con la spada Little John fece un buco nel forziere del principe e prelevò un po’ di monete! Intanto Robin Hood, con la scusa di leggere il futuro, era riuscito a distrarre il principe e a rubargli perfino il mantello.

“Ladri, mi hanno derubato!” gridò Giovanni, mentre i due amici scappavano via. Con il denaro rubato,

Robin Hood aiutava i poveri della città di Nottingham. Per colpa delle troppe tasse, infatti, lì la gente era ridotta in povertà. E come se non bastasse c’era lo Sceriffo, sempre pronto a punire chi non pagava!

Lo sceriffo era molto furbo e sapeva chi tenere d’occhio: il buon Fra Tac, per esempio, che distribuiva ai poveri i soldi rubati da Robin Hood!

Quel giorno il frate aveva appena portato del denaro al fabbro, quando si sentì bussare alla porta: era lo Sceriffo, che trovò ben presto i soldi nascosti dal fabbro nel gesso della sua gamba rotta.

“Brutto aguzzino senza cuore!” gridò Fra Tac, ma anche arrabbiarsi non serviva a nulla.

Non contento lo Sceriffo poco dopo portò via il regalo di compleanno al coniglietto Saetta, anche se era solo un soldo! Mamma Coniglia non credeva ai propri occhi… come poteva essere tanto cattivo?

Mamma Coniglia e i suoi piccoli erano veramente tristi, ma una visita
inaspettata li consolò: era un povero mendicante. “Sii forte, figliolo, e non lasciarti abbattere!” disse il mendicante al coniglietto, accarezzandolo.

Poi si alzò il cappuccio… e tutti riconobbero Robin Hood! Non si era mai visto un coniglietto più felice di Saetta, quando Robin gli regalò un bellissimo arco e il suo cappello.

“Che bello!” esclamò il piccolo, anche se il cappello era troppo largo e l’arco era più grande di lui! Saetta corse subito fuori coi suoi fratellini: voleva provare l’arco.

Il coniglietto lanciò una freccia, che cadde proprio nel giardino del principe Giovanni dove la bella Lady Marian e la sua dama, Lady Cocca, stavano giocando a volano. Con prudenza, Saetta entrò nel giardino, ma fu scoperto da Marian.

Lei lo accolse con un sorriso e quando, poco dopo, vide i suoi amici, invitò anche loro a farsi avanti.

“Come siete bella!” esclamò il coniglietto più piccolo quando le andò
vicino. “La mamma dice che voi e Robin Hood siete fidanzati,” aggiunse poi, facendo sospirare Marian.

Eh, sì, tra lei e l’eroe c’era un grande amore! Per Marian Robin aveva inciso un cuore sul tronco di un albero del giardino! Intanto Fra Tac aveva raggiunto Robin e Little John nella foresta.

Mentre assaggiava il loro pranzo, annunciò allegro: “Il principe Giovanni ha indetto una gara di tiro con l’arco. E Lady Marian darà un bacio al vincitore!” “Andiamo!” esclamò felicissimo Robin. “Che cosa stiamo aspettando?”

Chi poteva immaginare che la gara fosse solo un trucco per attirare Robin in città e arrestarlo? Il principe Giovanni, infatti, era sicuro che l’eroe avrebbe partecipato sicuramente, visto che era un ottimo arciere.

Il torneo si aprì con una magnifica sfilata: in premio c’era una freccia d’oro! “Eccolo là… Non è meravigliosa?” mormorò Robin quando più tardi vide passare Lady Marian.

Certo, lei non potevo riconoscerlo: si era travestito da cicogna, mentre Little John sembrava un vero duca! E aveva in mente qualcosa.

“Mio stimato sovrano! Come siete bello!” esclamò Little John inchinandosi davanti al principe. A Giovanni piaceva ricevere complimenti, perciò lo fece subito sedere accanto a sé.

Little John era soddisfatto: ora avrebbe potuto tener d’occhio da vicino il principe. Sir Biss, invece, non si fidava di quello strano duca, ma Giovanni lo mandò via, ricordandogli che aveva un incarico.

Il serpente, infatti, doveva avvertire il principe non appena si fosse accorto della presenza di Robin Hood. Offeso perchè Little John l’aveva chiamato “lombrico”, Sir Biss si allontanò senza notare Fra Tac e Cantagallo.

Quello ha in mente qualcosa,” sussurrò il gallo. Meglio seguirlo! La gara stava per cominciare. I concorrenti sfilarono davanti al palco
del principe con archi e frecce. C’era anche Robin, su dei trampoli
che lo facevano sembrare una vera cicogna! “Spero di vincere il bacio,” disse dolcemente la finta cicogna offrendo un fiore a Lady Marian, quando le passò vicino.

I loro sguardi si incontrarono e Marian capì: quei buffi abiti nascondevano il suo amato Robin! “Grazie, mio arciere dalle gambe sottili,” rispose con un sorriso, “vi faccio i miei auguri!” Il torneo cominciò.

Robin e lo Sceriffo erano i più bravi e, ben presto, rimasero in gara da soli. Lo sceriffo, però, non aveva intenzione di battersi
lealmente.

Perciò, con il suo arco, diede un colpo a quello di Robin mentre stava per tirare… facendogli sbagliare mira! La freccia stava
volando chissà dove, ma Robin ne lanciò subito un’altra.

Un colpo da maestro: la seconda freccia colpì la prima, dirigendola verso il bersaglio e facendo centro, centro pieno! “Ha vinto, ha vinto!” gridò Fra Tac, mentre gli altri spettatori gioivano.

Robin si avvicinò al palco per ricevere il premio. Il
principe, aveva ormai capito che la cicogna era in realtà Robin Hood.
Così, quando l’arciere gli fu vicino, con la spada tagliò il suo vestito: “Acciuffatelo!” ordinò Giovanni alle guardie. In un attimo Robin fu preso e legato.

A quel punto Little John, nascosto dietro il palco del principe, senza farsi vedere dalle guardie, afferrò Giovanni per il colletto. Minacciandolo con una spada, gli sussurrò: “Di allo Sceriffo di slegare il mio amico!” E il principe spaventato, ubbidì.

Ma lo Sceriffo, insospettito, andò dietro al palco e, scoperto il trucco di Little John, lo costrinse ad abbassare la spada. Giovanni, allora, cominciò a urlare ordini alle guardie, ma con un salto Robin si mise in salvo, portando Lady Marian con sé.

Una volta messe fuori combattimento le guardie del principe con l’aiuto di Lady Cocca, si ritrovarono tutti al sicuro nella foresta di Sherwood. Dopo tanti pericoli, ci voleva un po’ di festa! Cantagallo cominciò a pizzicare le corde della sua chitarra… e in un baleno si scatenarono canti e balli! Nei giorni seguenti gli abitanti di Nottingham, contenti per la fuga di Robin, avevano iniziato a prendere in giro il principe.

Per punirli, Giovanni decise di aumentare ancora le tasse; adesso chi
non poteva pagare veniva arrestato. Persino Cantagallo finì in prigione. La situazione andava peggiorando sempre più.

E il peggio fu raggiunto quando un giorno lo Sceriffo prese l’unica moneta nella cassetta delle elemosine di Fra Tac. “Un momento! Quella è per i poveri!” gridò il frate. “Per questo la prendo… per il povero principe Giovanni!” rispose lo Sceriffo.

Questa volta aveva superato ogni limite! Fra Tac non aveva intenzione di lasciar andare via così quel prepotente: “Vuoi le tasse? Te le do io, le tasse!” e giù bastonate! Ma lo Sceriffo purtroppo non era solo. Sul ramo di un albero c’era Crucco, una delle sue guardie, ad aspettarlo, che al momento giusto volò su Fra Tac.

“Sei in arresto per alto tradimento!” gridò lo Sceriffo, mettendo in catene il povero frate. Quando il principe Giovanni venne a sapere che Fra Tac era in prigione, ebbe un’idea. Avrebbe fatto condannare il frate all’impiccagione per tendere una trappola a Robin Hood: di certo sarebbe venuto a salvarlo!

Infatti Robin arrivò, travestito da mendicante. Interrogando Tonto e Crucco, che erano di guardia, l’eroe capì che, se voleva salvare Fra Tac, doveva liberarlo quella stessa notte.

La luna era già alta quando Robin e Little John entrarono di nascosto nel castello del principe: lo Sceriffo russava davanti alla
porta della prigione! Velocissimo, Little John catturò Tonto.

Una volta legato e imbavagliato, Robin si coprì con il suo mantello: ora gli mancava solo il becco, ma rimediò mettendosi un calzino sul muso! Grazie a quel trucco, Robin riuscì ad avvicinarsi allo Sceriffo e a prendergli le chiavi della prigione. “Tu libera Fra Tac e gli altri, “sussurrò a Little John. “Io faccio una visita
al tesoro reale!” “Little John! Non è possibile!” esclamò sorpreso Fra Tac quando l’amico entrò nella sua cella. “Ssst! Ora ce ne andiamo di qui!” rispose lui.

Ma prima dovevano pensare agli altri prigionieri: e così andarono insieme a liberare tutti. Intanto Robin si era arrampicato sul balcone della stanza di Giovanni e stava guardando dentro. Che spettacolo!

Nella camera, oltre al principe e a Sir Biss addormentati, c’erano sacchi di monete in quantità! Per trasportare i sacchi fuori dalla
stanza, Robin scagliò una freccia legata a una corda verso la prigione. Qui Little John la raccolse e la rispedì verso la stanza
del principe.

Non restava che appendere i sacchi e farli scendere! In basso, tutti si davano da fare per portare via il denaro, ognuno come poteva. Correva Fra Tac, con il suo pancione, e correva anche il fabbro con la stampella! Presi gli ultimi sacchi, Robin si aggrappò alla fune per mettersi in salvo.

Proprio in quel momento, Sir Biss si svegliò e capì che stava succedendo. Allora il consigliere si lanciò verso la finestra, addentando uno dei sacchi e afferrando con la coda un piede di Giovanni.

In un lampo il principe fu trascinato dalla stanza ed ebbe appena il tempo di aggrapparsi con una mano al balcone, mentre Sir Biss non mollava né il sacco né il suo piede! Robin, invece, appeso alla corda, cercava di schivare le frecce che i soldati, richiamati dalle urla di Giovanni, tiravano dal basso.

I nostri ce l’avevano quasi fatta! Ormai liberi, salirono tutti sopra un carro carico di monete. Little John tirava, Fra Tac spingeva, ma Robin Hood, per salvare uno dei piccoli di mamma coniglia, era rimasto indietro! Passando il cucciolo attraverso la grata, Robin gridò a Little John: “Fila! Non preoccuparti di me!” Ora doveva cavarsela da solo.

Per sfuggire ai soldati, Robin salì sulla torre più alta del castello. Lo Sceriffo, rimasto in camicia, dopo che Little John gli aveva rubato i vestiti, lo inseguì con una torcia tentando di colpirlo. Ma tutto quello che riuscì a fare fu incendiare la torre! Per liberarsi di lui, Robin gli levò il tappeto da sotto i piedi, facendolo ruzzolare.

Mentre le fiamme si levavano sempre più alte, Robin si arrampicò sul tetto della torre e si rese conto che l’unica via d’uscita era tuffarsi nell’acqua del fossato. Da lontano, Little John e Saetta, con il cuore in gola, assistevano preoccupati alla scena.

Il principe pensava di essersi liberato del suo nemico finalmente, ma Robin Hood uscì dall’acqua sano e salvo. “Oh, no!” si disperò
Giovanni cominciando a succhiarsi il pollice, come faceva sempre quando era molto nervoso .

Aveva bisogno di sfogarsi: a portata di mano c’era un bastone e a portata di bastone c’era… Sir Biss! Qualche tempo dopo re Riccardo Cuor di Leone tornò dalla guerra e condannò lo Sceriffo di Nottingham, il principe Giovanni e Sir Biss a spaccar sassi, sorvegliati da Tonto e Crucco.

A Nottingham, invece, erano finalmente tutti felici: i tempi duri erano passati! Quello, in particolare, era il giorno più bello per Marian e Robin Hood: si erano appena sposati! I due sposi partirono subito dopo per il viaggio di nozze su una splendida carrozza salutando felici i loro amici più cari.



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