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Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare — Mondo Bimbo
19 marzo 2024

Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

La storia si svolge nella città di Amburgo ed inizia con una gabbiana di nome Kengah, che con il suo stormo, durante il ritorno dalla migrazione, si dirige verso il golfo di Biscaglia. Lo stormo si tuffa nel mare per mangiare delle aringhe, ma un certo punto il capo-stormo impone un decollo di emergenza. Kengah però si rituffa per prendere altri pesci e resta in mezzo al motivo del decollo, una grossa macchia di petrolio, chiamata dai gabbiani “la maledizione dei mari”. Dietro consiglio del capo-stormo, riesce a pulirsi e spicca un volo per raggiungere la città di Amburgo. Ci arriva, ma precipita sul balcone di una casa, che è quella dove abita Zorba, un grosso gatto nero con una piccola macchia bianca sulla gola. Morente, e in procinto di deporre, la gabbiana chiede al gatto tre importanti promesse:

Di non mangiare l’uovo;
Di averne cura finché non ne nascerà la gabbianella;
Di insegnarle a volare.

Zorba promette tutto questo e poi si reca al ristorante italiano per incontrare i suoi amici gatti, Colonnello e Segretario. Spiega loro della gabbiana e delle promesse. I tre amici decidono di andare da Diderot, un gatto intelligente che possiede un’enciclopedia, per chiedergli come ripulire la gabbiana dalla macchia nera. Trovata la soluzione (usare della benzina), si recano sul balcone di Zorba, ma trovano Kengah morta e l’uovo che è riuscita a deporre. Zorba è in un bel guaio perché non è mai successo che un gatto covi un uovo di gabbiano, curi una gabbianella (che i gatti chiameranno Fortunata) e le insegni a volare, e per questo viene spesso deriso, visto che Fortunata crede che Zorba sia sua madre. Ma superando difficoltà, tra cui quella dei malvagi topi che vogliono mangiarsi la gabbianella, riuscirà con l’aiuto dei suoi compagni Diderot, Colonnello, Segretario e Sopravento (un gatto di mare) a farla nascere e crescere bene con la consapevolezza di quello che veramente è. Per insegnarle a volare dovrebbero chiedere l’aiuto di un umano; in questo modo infrangerebbero però il tabu che vieta agli animali di comunicare con loro direttamente, e di dare evidente prova d’intelligenza. Ma Zorba dice che basta scegliere bene con quale umano parlare: un poeta, che spiegherà ai gatti come entrare nel campanile di San Michele, da cui Fortunata riuscirà a spiccare il volo.



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